di Teo Petruz
Non necessariamente i videogiochi devono essere sinonimo di azione adrenalinica. Ci sono tantissimi esempi di videogiochi educativi, contemplativi, rilassanti e soprattutto non violenti. Uno che rispecchia tutti questi aggettivi è Abzû, un’avventura sottomarina del 2016 disponibile su PC e console. In Abzû andiamo ad interpretare una sommozzatrice immersa in un oceano paradisiaco: non ci sono combattimenti, e l’obiettivo è aiutare la natura a risanarsi, liberandola da macchine che l’hanno sfruttata in un passato ormai remoto.
Il fascino mozzafiato del mare
Abzû ci immerge senza preamboli nell’oceano. Non c’è un'introduzione o una presentazione dei personaggi, o testi da leggere per comprendere la storia; anzi, non c’è una sola riga di dialogo nell’intero gioco. A farla da padrone è il mare, con i suoi silenzi e il suo rumore, ora pacifico e ora caotico, sempre pieno di vita. Il videogioco spinge ad un'esplorazione contemplativa, a nuotare in mezzo ai banchi di pesci e a farsi trasportare dalle grandi mante e cetacei. Il nostro ruolo non è quello di dominare o di cacciare, ma di entrare in armonia con l’ambiente che ci circonda. Ci sono punti di meditazione, da cui osservare la natura mentre fa il suo corso. Ci sono dei luoghi nascosti da trovare per liberare pesci che andranno a colorare ancora di più le acque in cui siamo immersi. E a fare da contorno a tutto questo c’è una colonna sonora orchestrale in grado di esaltare al meglio ogni momento dell’esperienza, fondendosi egregiamente con il ritmo sullo schermo.
L’ambiente è in grado di guidare il giocatore nella scoperta: non tramite frecce che ci indicano la via ma tramite segnali naturali. Un banco di pesci che nuota verso una fessura nella roccia, le correnti marine che ci sospingono in avanti, la luce riflessa del sole. Tutto per raccontare, senza bisogno di parole, una storia di rinascita, empatia e connessione con la natura.
Come genitore, a cosa devo stare attento?
Benché il giocatore non sia mai a rischio di essere attaccato dalle creature marine (nemmeno quando si troverà faccia a faccia con un grande squalo bianco), l’osservazione dei pesci ci mette di fronte al cerchio della vita. Si potranno vedere infatti pesci venire predati da altri animali, ma nulla di esplicito o cruento. Il gioco è adatto a tutti dai 6 anni in su. Il titolo è un’esperienza per giocatore singolo e ha una durata massima breve, di 2-3 ore. C’è valore nel condividere però l’esperienza con i propri figli: lasciarsi colpire dalla vivacità dei colori e della vita nell’oceano, giocare a riconoscere più specie marine possibili, farsi catturare dai dettagli. Può essere un esercizio di osservazione di ciò che ci sta intorno, pratica che non coltiviamo abbastanza, concentrandoci al raggiungimento di un obiettivo: ancor più vero nei videogiochi, che spesso danno un traguardo chiaro da raggiungere e facendo ciò convogliano la nostra attenzione via dai dettagli e da ciò che ci circonda, che passa in secondo piano.
Ancora, la breve durata è un punto a suo favore. Non è uno di quei giochi che ci impegnano per decine se non centinaia di ore, senza però lasciarci nulla. Invece, la magia di Abzû colpisce e lascia immagini indimenticabili, come dei dipinti animati.
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