Perché i miei figli non si “staccano” dai videogiochi mobile?

10 Ago 2022 | Blog, Ultime novità | 0 commenti

Di Teo Petruz, Associazione MEC.

L’industria dei videogiochi è in continua crescita, e ha ricevuto un significativo balzo in avanti dall’inizio della pandemia nel 2020. Sempre più persone si sono avvicinate al mondo dei videogiochi durante il lockdown e molti hanno mantenuto questa passione. Il gaming è un passatempo mai come ora accessibile a tutti i gusti, le tasche ed esperienza. Non a caso, se fino a una decina di anni fa i videogiochi per smartphone erano un passatempo di nicchia e la loro qualità spesso bassa, al giorno d’oggi la tendenza è sempre più verso questi dispositivi.

Un rapporto di aprile 2022 di Newzoo stima infatti che nel corso dell’anno corrente il ricavo del settore mobile dell’industria videoludica supererà il 50% del totale, fatturando 103,5 miliardi di dollari.

 

 

Perché i videogiochi mobile hanno questo successo?

Gli smartphone hanno praticamente sostituito in maniera totale i cellulari “tradizionali”, e più di ¾ della popolazione mondiale ne possiede uno o più d’uno. I videogiochi creati per piattaforme mobile possono contare su una distribuzione capillare, che potenzialmente tocca anche persone che non sono interessate ai videogiochi o che non dispone di PC o console dedicate al gioco. Nel corso di pochi anni i giochi mobile sono passati dal classico “Snake” a Fortnite, portando sul piccolo schermo livelli di qualità grafica che fino a poco tempo fa erano raggiungibili solo sui più performanti computer.

Lo smartphone fa parte integrante delle nostre giornate, e lo portiamo ovunque noi andiamo. A differenza di una console, lo smartphone è sempre a portata di mano, e questo è il primo punto che rende i videogiochi mobile così popolari: sono accessibili in qualunque momento. Durante un tragitto in treno, in sala d’attesa dal dentista, qualsiasi momento è buono per iniziare una partita. Moltissimi dei giochi mobile più popolari sono pensati con questa caratteristica: partite brevi, giuste per riempire quei 10 minuti in cui non si ha altro da fare. Spesso la breve durata è un aggancio per continuare: non si sente la pressione di un impegno che ci occuperà a lungo, e mentalmente si giustificano tempi di gioco sempre più lunghi.

Un altro importante fattore da considerare è la pressione sociale, presente soprattutto in videogiochi competitivi. Se si fa parte di un gruppo, squadra, team o clan che sia, ci si sente tenuti a impegnarsi per arrivare a una vittoria condivisa. Così come nello sport, anche nei videogiochi sono presenti meccaniche per cui è importante il contributo di ognuno dei membri. Non essere attivi su un videogioco vuol anche dire rimanere indietro rispetto agli altri, che possono dedicarsi ad attività più avanzate o difficili escludendo di fatto il giocatore occasionale. È facile quindi che alcuni ragazzi si sentano obbligati a passare più tempo di quanto effettivamente desiderino giocando per non venire esclusi dal gruppo di pari.

Molti videogiochi mobile inoltre premiano la fedeltà e la costanza ricompensando il giocatore con crediti e oggetti se accede al gioco ogni giorno, con maggiori premi se accede per una settimana completa; questo si combina con le sfide giornaliere, piccoli obiettivi da raggiungere e che cambiano ogni 24 ore per incentivare un ritorno del giocatore.

Questi sono solo alcuni aspetti da considerare. I videogiochi mobile, forse più di altre forme di videogioco, sono studiati con cura per avere caratteristiche che “aggancino” il più possibile l’attenzione del giocatore. Dai colori, ai suoni, tutto è al suo posto per attirare la nostra attenzione e far concentrare il cervello su quanto avviene sullo schermo. In un’industria così competitiva e satura come quella dei videogiochi le aziende, piccole o grandi che siano, devono trovare sempre nuovi metodi per garantire la sopravvivenza dei loro prodotti in modo che rendano un ricavo.

 

Come genitore, a cosa devo stare attento?

Buona parte dei videogiochi mobile segue la formula free-to-play, ossia del gioco gratis, per attirare il maggior numero possibile di giocatori. Questo significa che la fonte di guadagno non è la vendita del videogioco stesso, come avveniva fino a una decina di anni fa, bensì le microtransazioni. Queste sono piccoli acquisti da fare all’interno del gioco stesso per beni digitali, che siano oggetti che danno maggiori possibilità di vittoria, elementi con cui personalizzare il proprio personaggio o modi per giocare più a lungo: per maggiori dettagli sulle microtransazioni, vi rimandiamo alla lettura di questo nostro precedente articolo a riguardo. 

Cosa sono le microtransazioni? | Custodi Digitali

Oltre ad un aspetto economico, va prestata attenzione all’uso che i propri figli fanno dei videogiochi mobile. Prima che impattino negativamente il rendimento scolastico, la socialità o l’interesse e il tempo dedicato ad attività non ludiche, si possono usare strumenti di parental control per regolare il tempo d’uso delle singole app e bloccare l’installazione di app con contenuti non adatti (in base alla classificazione PEGI). Non diciamo che i videogiochi, mobile o meno, siano negativi, anzi. Ci sono diversi titoli per smartphone e tablet molto interessanti e che mettono in gioco le nostre capacità logiche, empatiche, e che non sfruttano meccanismi predatori per guadagnare: una risorsa da segnalare è Common Sense Media, un sito (in inglese) che si occupa di valutare giochi, app, film e musica per i genitori. 

Best Games for Kids | Common Sense Media

L’importante come genitori è praticare l’ascolto attivo quando parliamo con i nostri figli, in modo da poter comprendere le loro esperienze e stati d’animo, così da cogliere segnali di disagio e aiutarli di conseguenza. Certamente con il periodo di lockdown del 2020 si sono perse diverse opportunità e attività all’aperto e in compagnia e lo smartphone era diventato una finestra sul mondo come non mai, ma non dev’essere l’unica strada disponibile.

 

6 consigli per ridurre la dipendenza dai videogiochi da smartphone 

  1. Limitare, anche gradualmente, il tempo dedicato all’attività. I parental controls aiutano ma non risolvono la situazione senza dialogo.
  2. Dare degli obiettivi: in maniera simile a limitare il tempo, ma limitando, per esempio, per numero di partite. Anche in questo caso è importante il dialogo.
  3. Tenere i dispositivi fuori dalla camera da letto: è importante che i ragazzi non perdano ore di sonno per giocare a tarda notte.
  4. Trovare nuovi hobby: scoprire una nuova passione può certamente spostare le attenzioni dallo schermo.
  5. Proporre videogiochi con un finale ben definito: giochi multiplayer come Fortnite, Clash of Clans e Stumble Guys non “finiscono”, c’è sempre una nuova partita da giocare.
  6. Seguire un percorso di terapia cognitivo-comportamentale o di mindfulness con un professionista: se i videogiochi impattano negativamente sugli aspetti di vita dei figli e non riusciamo ad aiutarli, l’assistenza di un professionista può essere preziosa.

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